"La rabbia rendeva vuoti i suoi occhi azzurri, persi nei pesanti cumuli grigiastri, mentre la pioggia segnava dei sentieri sul vetro della
finestra che affacciava sul viale esterno. La coperta su cui sedeva raffigurava la tavola periodica degli elementi chimici, cucita da sua
madre come regalo per il decimo compleanno. Si era abituato ormai all'idea che da quel momento non ne avrebbe più ricevuti.
Chiuse gli occhi e sospirò.
- Fabio? -
La voce fragile di un donna giunse dal pian terreno. Il ragazzo si voltò di scatto in un battito cardiaco ad alta frequenza; impaurito ed
inerme rianimò le palpebre lasciando cadere quella che sarebbe stata l'ultima lacrima per tanto tempo. Si alzò e scese a piedi nudi le
scale con la fretta di chi è consapevole di perdere qualcosa.
- Fabio? -
Si udì ancora, dalle corde vocali quasi lacerate, la voce femminile, quando la porta venne aperta in uno scricchiolio metallico.
Giaceva affannosamente sul letto una donna che arrancava a tenersi appena sul filo della speranza. La luce di una lampada posta
sul comodino alla sua sinistra faceva danzare il pallore del viso scoperto dalle lenzuola, accentuandone nei giochi d'ombra i solchi
dell'epidermide. Fabio si fece forza e in silenzio si avvicinò. Percepiva l'agonia entrare per osmosi, ma nessuno avrebbe mai e poi
mai potuto spiegargli il dolore altrui, il dolore di una madre.
Il rumore della pelle che si staccava dal pavimento diedero risposta ad Anna, che richiese l'aiuto del figlio.
- La mia medicina. E' ora di... -
Richiuse le labbra secche, quant'era lo sforzo necessario ad esternare le parole.
Un tuono si propagò con violenta scossa tra le mura dell'abitazione. Fabio poggiò le mani sulla superficie in mogano prima che
iniziasse a tremare. Avrebbe dovuto convincersi che da solo sarebbe riuscito a superare la tempesta, qualunque essa fosse. Non
avrebbe potuto avere paura di un temporale; non era più un bambino. Pensieroso alzò lo sguardo fino a cercare l'immagine di se
stesso rifratta sullo specchio. Sarebbe stato meglio non farlo, se non avesse voluto vedere le condizioni del suo volto. Guardò i suoi
occhi e indagò dentro di essi per alcuni secondi; poi un altro sussurro quasi coperto dallo stillicidio.
- Buon compleanno? -
Fabio cercò sullo sfondo vitreo il volto della madre. Sorrise spontaneamente, come probabilmente avrebbe fatto lei."