"Siamo tornati in spiaggia, dopo tanto tempo, come facevamo una volta. Una mattina d'inverno, quando è tutto deserto. Il mare lucido
come argento liquefatto, una lama di luce contro il cielo greve di nubi e la battigia nera.
Un tempo correvi avanti, verso le onde, impaziente di annusare il respiro salso del mare; ora ti aggrappi a me, e trascini con
ostinazione quella gamba.
La gamba congelata?
Da allora è così, da quel giorno maledetto:
Non cammino più, non cammino più!!!
Eravamo in passeggiata, un attimo di panico, e da allora nulla è stato come prima.
Ricordo il calvario della ricerca e l'insopportabile attesa della sentenza.
La convocazione e l'impatto di quelle parole tremende che ti inchiodano ad una croce inaccettabile: ""per lei non c'è niente"".
I viaggi della speranza, noi due e il piccolo sempre con noi.
""Ma non lo porterete mica in ospedale""
Dicevano.
""Certo! Deve vedere, deve sapere, deve esserci!""
Ma un angelo ci ha fatto il dono del coraggio.
Abbiamo superato i mille trabocchetti della burocrazia italiana, l'incredulità dei meschini, perso alcuni amici, trovato amici nuovi.
""Mi sa che porti il bastone per attirare l'attenzione degli uomini""
, ti ha detto una collega, ricordi?
Alla fine ci siamo abituati, abbiamo cercato un nuovo equilibrio, ne abbiamo accettato tutti i limiti, abbiamo imparato ad apprezzare
quanto la nuova vita ci offre.
Perché la vita offre sempre qualcosa degno di gioia, solo che magari prima non lo vedevamo.
Mi guardi e sorridi. E questo vale mille volte di più di una gamba che corre. Avanziamo verso la riva del mare, puntellandoci a
vicenda, ondeggiando, cercando insieme l'equilibrio. È come se fossimo colpiti entrambi, e con noi anche il nostro piccolo.
Lo guardiamo: è un piccolo uomo in mezzo a tanti bamboccetti viziati. Lui sa che non può pretendere nulla, che avrà da noi solo lo
stretto necessario e che per tutto il resto, compiti compresi, dovrà arrangiarsi. Eppure il suo sorriso è meraviglioso, e sempre
incredibilmente sereno.
E allora, chi ha più paura?
Andiamo avanti, puntiamo lo sguardo verso l'orizzonte. La guarigione, forse, è oltre quell'indefinito, oltre...chissà se la
raggiungeremo mai, ma non importa, l'importante è non fermarsi."